Il dardo e la rosa, Kushiel's Legacy

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Lady Slytherin
view post Posted on 23/10/2009, 10:47




Kushiel's Legacy è una saga di parecchi libri, di cui qui vi riporto le trame (solo di quelli già usciti in italiano.)

Il dardo e la rosa
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Il regno di Terre d’Ange è nato dal passaggio di angeli sulla terra. Umani e immortali si sono uniti dando vita a un popolo in cui tracce dell’origine ultraterrena sono ancora visibili.

Qui nasce Phèdre, il cui destino è segnato da un dettaglio fisico: una piccola macchia scarlatta nell’occhio sinistro, marchio di Kushiel, impietoso angelo della giustizia. I prescelti di Kushiel, gli anguisette, sentono il dolore fisico come piacere, caratteristica vantaggiosa in una società dai costumi sociali liberi come Terre d’Ange, fondata su un unico precetto: ama a tuo piacimento.

Prima anguisette da generazioni, il dono e la maledizione di Phèdre la rendono uno strumento utile in una terra scossa da intrighi politici e giochi di corte. Educata dal misterioso Anafiel Delaunay, infatti, la ragazza imparerà ad usare le proprie abilità di cortigiana per ottenere informazioni diventando una spia abile ed efficiente. Ma quando il tradimento cambia la sua vita la ragazza dovrà imparare a vedere sotto le apparenze e a fare affidamento sulla propria, difficile, natura di anguisette.

Confidando sulle proprie risorse e protetta da un giovane monaco guerriero, Joscelin Verreuil, Phèdre si muoverà tra intrighi e battaglie per difendere la propria terra, incontrando divinità, regine e barbari in un percorso che la porterà lontano.

Nel panorama un po’ inflazionato del genere Fantasy ogni tanto capita qualche romanzo di rara qualità, in grado di ribaltare i clichè del genere con soluzioni che brillano per efficacia, ironia e freschezza.

Il Dardo e la Rosa è questo, una creazione sorprendente la cui l’autrice ha saputo tratteggiare una società complessa con un approccio più simile ad un romanzo storico che ad un racconto fantastico: l’attenzione di Jacqueline Carey alla coerenza narrativa è assoluta e il mondo di Terre d’Ange prende vita balzando dalla pagina in un universo di personaggi e costumi affascinanti, una società fondata su regole interne ferree e, per questo, credibile. La storia è ben strutturata e tutti i personaggi sono ben delineati creando un intreccio di personalità su cui trionfa la protagonista, Phèdre: l’idea di avere come protagonista una cortigiana masochista mossa da fervore politico e religioso è tanto improbabile quanto efficace, e sorprendentemente ben gestita. La ragazza ha vita e personalità, la sua caratterizzazione regge dall’inizio alla fine senza una sbavatura.

Un altro dei punti di forza del romanzo è la capacità di manipolare i clichè più scontati del genere in soluzioni originali: ad esempio, quando a Phèdre viene affiancato un giovane monaco, il lettore sa benissimo che è questione di pagine prima che la castità del giovane diventi un ricordo ma l’autrice riesce a gestire una situazione scontata in modo tutt’altro che banale.

Vista la natura di Phèdre l’elemento erotico ha molto spazio ed è trattato in modo piuttosto esplicito. Alcune scene sono volutamente dipinte a tinte forti ma va aggiunto che non c’è nulla di gratuitamente pornografico, la maggior parte delle situazioni sono legate allo sviluppo della trama e del personaggio di Phèdre. Si tenga conto che costumi sessuali piuttosto liberi sono una caratteristica importante della società in cui si muovono i protagonisti, oltre ad essere un fattore intrigante.

Regnanti e divinità, corti di sapore rinascimentale, lotte civili e scontri con i barbari si mescolano in un affresco di respiro epico. Un plauso alla buona traduzione italiana di Elisa Villa che rende adeguatamente la scrittura sontuosa dell’autrice.

Una volta iniziato Il Dardo e la Rosa il lettore si trova immerso in un mondo conturbante e sorprendente da cui non desidera uscire.

da: Fantasy Magazine


La prescelta e l'erede
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In questo secondo romanzo del Ciclo di Kushiel incontriamo nuovamente Phèdre no Delaunay, cortigiana del regno di Terre d'Ange e prescelta di Kushiel, lo spietato angelo della giustizia. Il libro si apre dove il primo aveva concluso e continua come se ci fossimo appena lasciati, raccontando di come Phèdre scelga di tornare al servizio del suo paese sfruttando le due cose che sa fare meglio: la spia e la cortigiana. Avendo saputo che un antico nemico è nuovamente all'opera, la giovane donna si mette in caccia per anticipare e fermare una cospirazione con radici molto vicine al trono. La ricerca della verità porterà Phèdre in un viaggio sia personale che geografico attraverso mezza Europa, allontanandola da ciò che ha di più caro e costringendola a venire a patti con i lati oscuri della propria natura.

In questo secondo capitolo Jacqueline Carey non delude le aspettative dei lettori che si sono avvicinati al mondo misterioso e sensuale di Terre d'Ange, terra di un immaginario rinascimento europeo dove gli dei, le loro lotte e i loro desideri sono una realtà tangibile.

Per qualità narrativa La Prescelta e l'Erede è migliore del suo predecessore, già ottima prova. La Carey si conferma un'autrice di valore, capace sia nella descrizione delle situazioni che nel tratteggio dei personaggi. Ancor più importante, le va riconosciuta un'estrema abilità nel tenere le fila di un'epopea di grande respiro che si sviluppa attraverso quattro paesi — con relativi usi, costumi e società — senza disperdersi o impoverirsi. Ogni avvenimento è funzionale agli sviluppi della storia, ogni nuovo incontro o luogo ha un significato preciso. Anche le descrizioni sessuali piuttosto esplicite su cui la scrittrice indugia sono motivate e quasi necessarie, viste la natura e l'occupazione della protagonista.

Appassionata d'arte e di viaggi, la Carey ha sfruttato queste sue passioni nella scrittura, dando alle terre inventate del suo mondo un'intrinseca credibilità. Ad esempio, parte del romanzo è ambientato nel regno de La Serenissima, una (quasi) dichiarata copia di Venezia ai tempi delle Signorie italiane. Allo stesso modo ognuno dei paesi visitati da Phèdre è la variazione sul tema di uno realmente esistente, dalla Francia alla Grecia.

I personaggi — vecchi e nuovi — sono complessi e affascinanti. Ancora una volta un plauso particolare va alla creazione di Phèdre, sicuramente una delle protagoniste più atipiche del fantasy. La cortigiana masochista mossa da fervore religioso evolve rispetto al primo romanzo del ciclo, Il Dardo e la Rosa, ma non cede alla tentazione di mutare troppo e troppo in fretta. Ad un occhio distaccato il suo personaggio è tanto assurdo da essere surreale, eppure, incredibilmente, funziona. E anche molto bene.

Il frasario ricercato e preciso utilizzato dalla scrittrice (e reso discretamente dalla traduzione di Elisa Villa) è estremamente importante per la resa della storia. I singoli termini, le frasi brevi e d'impatto, creano un crescendo di tensione che, un tassello dopo l'altro, esplode nei punti salienti del romanzo. Abbastanza sorprendentemente, questi sono più di uno e non si risolvono solo nel finale. E qui la tecnica della Carey è al suo meglio. Si veda la scena a La Dolorosa, ad esempio: più che descrizioni sono dei colpi di maglio.

La Prescelta e l'Erede è lungo 750 pagine non perché l'autrice tiri in lungo una storia che potrebbe essere chiusa meglio 80 pagine prima, ma perché c'è abbastanza materiale da riempire tre romanzi. Incisiva e originale, la storia di Phèdre, Joscelin e del regno di Terre d'Ange si conferma una lettura interessante.

Da: Fantasy Magazine


La Maschera e le tenebre
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Sono passati dieci anni dalla fine di La Prescelta e l’Erede, e Jacqueline Carey torna a raccontare la storia di Phèdre no Delaunay, Joscelin, e il mondo che ruota attorno al regno di Terre D’Ange.
Dieci anni di pace terminano quando Phèdre viene a sapere che Imrel, il figlio di Melisande Sharizhai, traditrice del regno, è misteriosamente scomparso. Il bambino è figlio della peggiore nemica di Terre d’Ange, ma è anche il terzo in linea di successione al trono, ragion per cui la corona è interessata al suo ritrovamento. Dal canto suo Phèdre è legata a Melisande da un rapporto di odio e amore troppo complesso per non accettare di mettersi alla ricerca del piccolo Imrel, spinta anche dalla promessa di Melisande di darle il tassello mancante per poter liberare Hyacinte, il suo primo e più caro amico, incatenato ormai da dieci anni a un potere millenario.

Con La Maschera e le Tenebre si chiude la trilogia di Kushiel di Jacqueline Carey. Come per i due romanzi precedenti, si tratta di un racconto non banale, scritto con un linguaggio sontuoso ed elegante. Espande il mondo dell’autrice aggiungendo nuovi personaggi e nuovi paesi, lontani dall’Europa magica che abbiamo imparato a conoscere, dotati di un fascino esotico e di storie leggendarie. Ancora una volta è un racconto sia epico che intimo, che unisce su un doppio binario il viaggio personale dei protagonisti con la storia di più ampio respiro, che racconta di stati e popoli.

Come già successo nei libri precedenti, i paesi visitati da Pèhdre e Joscelin influenzano e cambiano i protagonisti, diventando quasi personaggi a loro volta. Uno dei punti di forza dell’autrice è la capacità di creare qualcosa di nuovo in un contesto famigliare. Il mondo immaginato dalla Carey è grosso modo una versione alternativa di quello reale, in cui differenze e somiglianze sono gestite con polso fermo e limpida capacità narrativa. Così, la raffinatezza della Francia rinascimentale, la grandezza dell’impero egiziano, la tradizione ebraica e il fascino primitivo dell’Africa centrale danno vita ripettivamente a Terre d’Ange, Menekhet, Jebe-Barkal e Saba.

Non è un libro perfetto. Creando la corte di Darsanga la Carey ha cercato di realizzare la massima prova per Phèdre e Joscelin: tenebre più oscure e profonde di quanto visto nei libri precedenti, un contesto più estremo e terrificante di quanto immaginato finora. Ma la ricerca di un’iperbole dopo l’altra rischia di sconfinare nel ridicolo. In mani meno capaci di quelle dell’autrice sarebbe successo. La Carey riesce ad evitare il peggio e tiene le fila della sua storia, ma un crescendo un po’ meno sincopato di oscurità e terrore sarebbe probabilmente stato un vantaggio. La seconda parte del romanzo si riscatta cambiando completamente tono e ritmo: la narrazione si fa più pacata, e in alcuni passaggi a metà libro francamente un po’ lenta, mentre il lettore viene condotto per mano alla ricerca di un potere tanto antico da non avere nome e l'autrice si prepara per il gran finale.

Un plauso particolare al rigore con cui la scrittrice delinea e delimita il proprio universo immaginario. La Carey si è data delle regole, e le ha sapute rispettare per tre libri, pur dandosi lo spazio per crescere e cambiare, ragion per cui, a prescindere dai gusti personali, La Maschera e le Tenebre non perde mai il suo ordine interno e non tradisce i presupposti messi in piedi nei due romanzi precedenti. Nessun personaggio cambia improvvisamente o agisce contro la propria natura, ma tutti mostrano l’effetto del tempo e delle esperienze vissute. Così la voce di Pèhdre è diventata più introspettiva, più attenta, e un poco più saggia. Infine, ancora una volta si rimane colpiti dalla maestria piena di rispetto con cui vengono trattate le diverse religioni, basate in parte su tradizioni realmente esistenti. Tutta la credibilità della protagonista si fonda sul fatto di essere uno strumento in mano a volontà soprannaturali. Tutti i personaggi principali seguono il proprio credo personale con un rigore spesso cieco e molto umano.

In definitiva, La Maschera e le Tenebre è un racconto di ampio respiro, emozionanente e avvincente, che chiude in bellezza una saga tra le più originali e caratterizzate del genere fantasy degli ultimi anni.
Preso da: Fantasy Magazine


L'autrice ha visto, finalmente, tradotto in italiano anche il primo libro della trilogia successiva a questa appena descritta.

Il trono e la stirpe
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Arriva oggi sugli scaffali delle librerie Il Trono e la Stirpe, il primo volume della seconda trilogia di Jacqueline Carey. Alcuni anni fa l'autrice aveva ottenuto un buon successo con una prima trilogia di romanzi fantasy, la saga di Kushiel, pubblicata in Italia prima dall'editrice Nord e poi in formato tascabile dalla TEA (entrambe le case appartengono al gruppo Longanesi).

Il successo americano dei libri aveva portato velocemente ad una seconda trilogia che riprende gli stessi personaggi dei primi libri, ma che ha come protagonista Imriel, bambino ai tempi della conclusione della saga di Kushiel. In Italia abbiamo dovuto aspettare parecchio, ma oggi la storia di Imriel arriva anche sui nostri scaffali.

Questa la descrizione del libro: "Rapito quand'era solo un bambino, venduto come schiavo e costretto a sopportare terribili torture, il principe Imriel de La Courcel è stato tratto in salvo e adottato da Phèdre, non soltanto un'abilissima spia, ma anche un'anguissette, cioè una persona capace di mescolare la sofferenza e il piacere per natura e non per costrizione. Una volta tornato a corte, però, Imriel non può dirsi al sicuro: benché sia il terzo in linea di successione al trono di Terre d'Ange, sono molti a volerlo morto. Temono infatti che il giovane abbia ereditato la stessa sete di potere della madre, la famigerata Mélisande Shahrizai, scomparsa senza lasciare traccia dopo aver cercato per ben due volte di usurpare il trono. Imriel però sa di non doversi difendere solo dagli intrighi di palazzo, ma anche da se stesso. Ormai adolescente, sente crescere in lui oscuri desideri, mentre il suo corpo risponde pericolosamente al dono di Phèdre... Confuso e spaventato, il giovane decide allora di partire in cerca dell'unica persona che possa aiutarlo a far chiarezza nel suo animo e, forse, anche a ritrovare sua madre: il maestro di Anafiel Delaunay, l'uomo che aveva reso Phèdre una perfetta spia. Ma, ben presto, Imriel si ritroverà a fare i conti con un mondo in cui niente è ciò che sembra, in cui l'inganno può celarsi nelle parole più innocenti, e scoprirà suo malgrado che la ricerca del vecchio mentore non è che l'inizio."

Preso da: Fantasy Magazine


 
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pharmacist
view post Posted on 11/12/2010, 12:58




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